FOTODERMATOSI: ERITEMA SOLARE, ALLERGIA AL SOLE

Ci mancava anche questa. Ma i casi come il mio non sono pochi

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1. acquadimarea
     
    .

    User deleted


    Sono sempre di più gli italiani che soffrono di fotodermatosi, un’irritazione della pelle provocata dalla semplice esposizione al sole ed erroneamente chiamata eritema solare, che negli ultimi quattro anni è raddoppiata: se nei primi anni del Duemila erano infatti il 3-4% gli italiani intolleranti ai raggi solari, oggi si attestano al 10%. Un problema soprattutto femminile, tanto che le donne rappresentano l’80% di tutti i pazienti con questa patologia. Colpa, probabilmente, di nuovi stili di vita, con la maggiore diffusione, in tutti gli strati sociali, della mania della tintarella e della possibilità di fare viaggi in Paesi tropicali. Da non escludere, poi, l’effetto del sole diventato ’più cattivo’ per l’assottigliamento della fascia d’ozono che filtra meno i raggi.
    ’’Siamo di fronte ad un incredibile aumento delle fotodermatosi, una patologia emergente, quasi completamente ignorata dalla sanità pubblica perché viene considerata, a torto, minore’’, ha spiegato Giovanni Leone, responsabile del servizio di Fotodermatologia dell’Istituto Dermatologico San Gallicano (IRCCS), di Roma e coordinatore del gruppo di Fotodermatologia della SIDeMaST. Le fotodermatosi, infatti, ‘’provocano sfoghi sulla pelle molto fastidiosi - continua Leone - chi ne è colpito deve usare cortisonici nella fase acuta e non può esporsi al sole. La qualità della vita peggiora e questo, generalmente, accade in periodi ‘strategici’ come quelli delle vacanze’’. Per far fronte alla nuova emergenza, all’Istituto Dermatologico San Gallicano di Roma, è nato un ambulatorio dedicato alle fotodermatosi, in cui sono a disposizione gli strumenti d'avanguardia per lo screening di queste affezioni.
    ‘’Nel nostro centro - precisa Leone - facciamo indagini sofisticate, attraverso un apparecchio speciale, il ‘simulatore solare’, in grado di riprodurre in laboratorio i raggi del sole. In questo modo realizziamo il check-up del fototipo, un esame indolore e non invasivo, che può stabilire con precisione come reagisce la pelle al sole. In base al risultato il medico può consigliare il filtro più adatto dell’esposizione solare’’. E’ proprio sull’evoluzione dei filtri solari che puntano i ricercatori per bloccare la crescita esponenziale delle intolleranze al sole ed in particolare tramite l’assunzione di pastiglie per via orale. ‘’Ci aspettiamo molto, nel prossimo futuro, dalla fotoprotezione per via sistemica - continua Leone - cioè da quei prodotti che contribuiscono ad una protezione solare se presi per bocca’’. ‘’Si tratta -prosegue l’esperto - di mix a base di antiossidanti, di derivati del betacarotene, di alcune vitamine. Oggi si cominciano a prendere circa un mese, o anche più, prima di esporsi al sole, ma non sostituiscono totalmente le creme. Piuttosto aiutano a difendere la pelle. Ma questo è un capitolo importante del prossimo futuro. Non a caso le ricerche sulla pillola protettiva contro il sole sono in continuo avanzamento’’.
    Cos’è la Fotodermatologia: Reazioni al sole, filtri solari, prevenzione dei danni legati ai raggi solari come l’invecchiamento della pelle, le macchie e persino i tumori cutanei. Sono alcuni argomenti studiati dalla fotodermatologia, quella branca delle dermatologia che si occupa degli effetti dei raggi ultravioletti, sia in negativo che in positivo. La prevenzione, dunque, non è l’unico obiettivo di questa specialità. Ci sono anche le terapie, ovvero la cura di malattie della pelle con i raggi ultravioletti. La fototerapia è molto utilizzata, in particolare, per due malattie: la psoriasi e la vitiligine, anche se oggi viene impiegata per curare persino particolari linfomi, la dermatite atopica, alcune allergie da contatto. L’evoluzione della disciplina è quella di utilizzare i raggi in modo sempre più circoscritto e mirato. Gli studi puntano, infatti, sulla messa a punto di luce molto selettive, che abbiano lunghezze d’onda che curano meglio e più velocemente, con meno danni sulla pelle.


    ed ancora:
    fotodermatosi fotosensibilità lucite sole danni eritema allergie ROC ubidecarenone pelle fotoinvecchiamento UVA UVB

    I raggi ultravioletti naturali (esposizione al sole) o artificiali (lampade abbronzanti) determinano un danno cutaneo progressivo a tutti gli strati della cute e che si accumula di anno in anno. Questo meccanismo patogenetico provoca un processo di invecchiamento cutaneo che può essere considerato un fattore di rischio per la formazione di tumori cutanei.

    I raggi ultravioletti sono sicuaramente in grado di promuovere nel derma la formazione di radicali liberi tossici ed estremamente dannosi se in eccesso. Di fatto la nostra pelle reagisce all'esposizione solare producendo un pigmento bruno (la melanina) in grado di assorbire la maggior parte delle radiazioni. Tuttavia la sintesi di dosi adeguate di melanina richiede n certo tempo (almeno alcuni giorni di graduale esposizione) cosicché è fortemente da sconsigliare l'esposizione prolungata ai raggi solari ed il mancato ricorso ad adeguate creme protettive.

    In particolare, parlando di fotodermatosi si intende un vasto gruppo di affezioni che hanno come comune denominatore un'anomala reazione cutanea alla luce solare (o artificiale). La classificazione non è semplice ma è possibile suddividere le fotodermatosi in tre gruppi principali:

    *fotodermatosi idiopatiche
    *fotodermatosi mediate
    *dermatosi foroaggravate

    Le fotodermatosi idiopatiche prediligono il sesso femminile (circa 80% dei casi) in giovane età (20-35 anni) e la lucite è la manifestazione più frequente. La fotoallergia è caratterizzata dalla comparsa, dopo alcune ore da un'intensa esposizione solare, di piccole papule eritomatose e pruriginose nelle regioni fotoesposte (decolleté, dorso, braccia e gambe). Talvolta le lesioni assumono il carattere vescicoloso, il prurito persiste per tutta la durata dell'eruzione e tende spontaneamente a scomparire in una decina di giorni se si evitano nuove e prolungate fotoesposizioni.
    L'orticaria solare è una rara forma di fotodermatosi idiopatica caratterizzata da insorgenza di pomfi fortemente pruriginosi che si sviluppa subito dopo l'esposizione solare. La regressione dei pomfi comincia dopo 15-30 minuti e la loro completa scomparsa avviene nel giro di un'ora,mentre l'eritema può persitere fino a 3 ore.
    Fotodermatite tipica degli uomini sopra i 50 anni, specie se con anamnesi di allergia da contatto, è la dermatite attinica cronica; malattia di varia gravità spesso preceduta da dermatite allergica da contatto. Le aree esposte alla luce come cuoio capelluto, viso, nuca, dorso delle mani sono interessate da manifestazioni cliniche come eczema cronico.

    Le fotodermatosi mediate comprendono le reazioni fototossiche e le reazioni fotoallergiche in cui il danno cutaneo provocato dai raggi UV è mediato dalla partecipazione del sistema immunitario.
    Le reazioni fototossiche sono caratterizzate da bruciore e sensazione puntoria seguiti da eritema e gonfiore, entro qualche ora si ha reazione orticarioide e successivamente possono comparire vescicole e bolle. Tipica è la fotosensibilità indotta da farmaci, i classici esempi sono: antibiotici come tertracicline, antiinfiammatori non steroidei, antipsicotici come fenotiazine e anticoncezionali.
    La fotoallergia avviene per contatto diretto tra la cute e l'agente fotosensibilizzante, ad esempio applicazione topica di antibiotici, alcuni profumi, alcune piante... La manifestazione clinica compare 1-2 giorni dopo la seconda interazione tra esposizione solare e agente fotosensibilizzante ed è caratterizzata da reazioni eczematose, inizialmente vescicolo-bollose che possono evolvere con formazione di croste, desquamazione ed escoriazione. La reazione è estremamente pruriginosa.

    Le dermatosi fotoaggravate comprendono un gruppo eterogeneo di patologie dermatologiche (dermatite atopica, dermatite seborroica, lupus eritematoso... che rispondono all'esposizione solare in modo arbitrario ed in genere al quadro clinico preesistente si aggiungono altri danni dovuti all'esposizione solare.

    Punto cardine della terapia della fotodermatosi sarebbe l'eliminazione della fotoesposizione, poiché questo è spesso impossibile, la fotoprotezione assume estrema importanza.

    Un'integrazione dietetica con sostanze ad azione antiossidante ed antiradicalica può favorire un incremento della minima dose eritematosa (MED) aumentando il grado di resistenza cutanea al danneggiamento fotoindotto.

    L’ubidecarenone, meglio conosciuto come coenzima Q10, assolve importanti funzioni fisiologiche in tutto il corpo: è indispensabile per la produzione di energia in tutte le cellule del corpo, è dotato di un’elevata attività antiossidante ed antiradicale libera. Recenti studi hanno dimostrato che svolge un importante ruolo protettivo nei processi di irritazione e danno cutaneo da radiazioni. Lo studio condotto dal 1988 al 1993 ha arruolato 81 pazienti affetti da diverse tipologie di fotodermatosi; la valutazione della MED (Minima Dose Eritematosa) nei pazienti prima, durante e dopo il trattamento con Ubidecarenone, per mezzo di esposizione ad una lampada a raggi UV ad erogazione standardizzata. Il trattamento si è dunque dimostrato clinicamente efficace nel migliorare la condizione dell’eritema (arrossamento della pelle) da esposizione sia ai raggi UV, sia alle radiazioni solari dirette in condizioni di assoluta libertà, e si è rivelato del tutto privo di controindicazioni. Nelle gravi forme di fotodermatosi si possono usare fino a 100mg di Ubidecarenone, da ripetere 2-3 volte al giorno. Il razionale alla base dello studio si basa sull’analogia strutturale dell’ubidecarenone ai filtri solari comunemente usati per applicazione topica. Si può ipotizzare che, l’ubidecarenone, assorbito dall’organismo, eserciti un’azione di blocco dei raggi UV che hanno la capacità di penetrare oltre la superficie cutanea.

    Il beta carotene è il precursore della vitamina A, e blocca prevalentemente l’azione dei radicali liberi dell’ossigeno che sono tra i più potenti e dannosi per l’organismo. La protezione dai danni solari prevede un dosaggio giornaliero di 50mg.

    La vitamina E è un agente antiossidante che controlla e ritarda i processi d’invecchiamento e la produzione di radicali liberi. Può essere usato un dosaggio giornaliero da 30 a 300mg.

    Un nuovo principio attivo può essere utile, è l’estratto di arance rosse di Sicilia (RED ORANGE COMPLEX® - R.O.C.): numerosi lavori scientifici dimostrano l’attività antiossidante ed antiradicalica dei componenti presenti nelle arance rosse di Sicilia. Sulla base dell’attività biologica riportata in letteratura per i singoli componenti presenti nell’arancia rossa, l’estratto R.O.C. è stato sottoposto ad una serie di sperimentazione allo scopo di valutarne il profilo antiossidante ed antiradicalico. In uno studio condotto in vivo, l’estratto R.O.C., applicato topicamente, ha dimostrato di proteggere efficacemente la pelle dai danni provocati a questo tessuto da eccessive esposizioni alle radiazioni UVB. In questo caso, per la valutazione della capacità antiradicalica in vivo dell’estratto R.O.C. sono stati impiegati volontari sani, negli avambracci dei quali, sono stati indotti, tramite lampada ultravioletta, eritemi cutanei di opportuna intensità. Dopo l’irradiazione, sui siti cutanei esposti, sono state applicate delle soluzioni contenenti il 2% di tocoferil acetato (usato come formulazione di riferimento: TOC) o l’estratto R.O.C.. Il conseguente eritema cutaneo sviluppatosi è stato monitorato per 72 ore. L’estratto R.O.C. ha determinato una maggiore inibizione dell’eritema, rispetto al tocoferolo acetato (TOC)., dimostrando di possedere una maggiore capacità fotoprotettiva della pelle. Altre sperimentazioni cliniche hanno permesso di individuare che un dosaggio giornaliero di 50mg di R.O.C. può sicuramente aiutare l'organismo a ridurre i danni indotti dall'esposizione solare o da qualsiasi altro tipo di stress ossidativo in particolare in soggetti con stili di vita non salutari (eccessivo consumo di alcool, abuso di sigarette...)

    Anche la terapia omeopatica può essere d'aiuto nei casi di fotodermatosi. Muriaticum acidum è il rimedio indicato nel trattamento delle eruzioni cutanee con papule, vescicolose molto pruriginose aggravate dal sole e dal contatto. Specifico per i casi di ipersensibilità e allergia della pelle ai raggi solari. Per questa patologia, definita lucite, è efficace soprattutto a titolo preventivo. La corretta posologia prevede l'assunzione di 2-3 granuli di Muriaticum acidum 9CH due volte al giorno lontano dai pasti.
     
    .
  2. alfio.spinosa
     
    .

    User deleted


    chiedo delle informazionedella termadite solare ed della scottatura ed sto male ho fatto la prima biopesia ed hanno riscontrato della dermadite solare non ho fatto nessuna cura caro dottore mi puo aiutare per questa malattia mi puo rispondere della malattia grazie della sua bonta
     
    .
1 replies since 28/5/2008, 20:19   14522 views
  Share  
.